sabato 3 febbraio 2018

LO STUPRO DEL GIORNO DELLA MEMORIA SERVITO ALLE NUOVE GENERAZIONI: L'ULTIMO CONFINE DELLA DEMONIZZAZIONE DELLO STATO EBRAICO A OPERA DELLA SINISTRA PALESTINISTA PIU' INFAME

Denuncia di un fatto infame e sconcertante.

Sono un insegnante di scuola primaria. In occasione della Giornata della Memoria, ho preparato una lezione di due ore sulla Shoah, e sono andato alla ricerca di risorse. Ne ho trovata una in un pdf di “Orizzonte Scuola" intitolato:“Giornata della Memoria. Per non dimenticare e liberare il nostro ‘mai più’”. Purtroppo, non l’avevo letto fino alla fine prima di presentarlo – proiettato su uno schermo – ai miei alunni. A prima vista e a una veloce scorsa, mi era sembrato adeguato.
Arrivati alle ultime due slide, però, lo sconcerto e il disgusto:
  • nella penultima slide, un’immagine del Sudafrica. E fin qui poco male, a parte la dubbia attinenza (il razzismo contro i neri non è accostabile a quello contro gli ebrei perché non ebbe mai finalità di genocidio, ma di sfruttamento schiavistico);
  • Nell’ultima e "dulcis in fundo", subito dopo, un’immagine di Israele, su cui campeggia la tragicomica scritta “Avanzi di Palestina nella morsa di Israele”.
A quel punto ho dovuto cambiare in fretta slide, per evitare che i miei alunni fossero esposti a tale merda propagandistica.
Da notare che a fianco della cartina del Sudafrica appare “Regime apartheid fino al 1994”; a fianco di quella di Israele appare la scritta: “La Palestina, al giorno d’oggi”. Il messaggio dell’operazione è chiaro: lo Stato ebraico, fondato da sopravvissuti alle persecuzioni, sarebbe uno stato razzista che pratica l’apartheid, e lo praticherebbe ancora oggi, laddove invece il Sudafrica se ne è perlomeno liberato.
Un altro sottotesto appare altrettanto chiaro, ed è forse addirittura quello principale: la menzione in termini diffamatori di Israele al termine di un'opera che onora la Giornata della Memoria mira ad accostare lo Stato di Israele al nazismo: Israele è stato nazista che compie un "genocidio" sul popolo palestinese. I palestinesi, un popolo inventato nel 1967 dagli stati arabi e dalla Russia per fare la jihad a Israele con attacchi terroristici che hanno lasciato scie di sangue innocente, scegliendo spesso le proprie vittime tra i bambini, sarebbero i "nuovi ebrei".
Con tutti gli stati criminali presenti al mondo – la Cina, dove si eseguono migliaia di pene capitali all’anno; l’Iran, dove i gay vengono appesi per il collo da gru di costruzione; la Siria delle stragi al gas; l’Arabia Saudita, dove le donne vengono trattate come bestiame; e via dicendo – la dispensa se la prende proprio contro l’unica vera democrazia del Medio Oriente, che garantisce pari diritti a donne ed etnie diverse. Perché ciò? La risposta è, a distanza di settant’anni, sempre la stessa: odio anti-ebraico, antisemitismo.
Voli pindarici, i miei? Becera paranoia complottista e dietrologa che vede disegni laddove non ve ne sono? Naturalmente no: l’accostamento fra Israele e il Sudafrica dell’apartheid è un vecchio leti-motiv della propaganda anti-israeliana o “anti-sionista”- si veda la Conferenza di Durban 2001, autentico “festival dell’odio anti-ebraico” -, quella che ha sostituito alla demonizzazione della figura dell’ebreo con il cappellone e la barba nera e il naso aguzzo la demonizzazione dello Stato degli ebrei. La scelta di menzionare solo questi due stati, tra i molti – soprattutto nel mondo islamico – che commettono discriminazioni, non è affatto un caso. Solo una persona in malafede potrebbe affermare il contrario. 
Anche l'accostamento degli ebrei israeliani con i carnefici dei loro parenti, vale a dire i nazisti, è infatti una costante fra gli antisionisti-antisemiti di sinistra e di estrema destra, e in ogni manifestazione "antisionista" che si rispetti è possibile osservare bandiere di Israele con la svastica al posto della Stella di David, per non parlare di slogan indicibili che vi si possono udire. Talmente costante, infatti, da surclassare l'accostamento tra Israele e il Sudafrica dell'apartheid. E' un po' come dire a una donna stuprata che non è affatto diversa da colui che l'ha violata: quale miglior e più crudele modo per umiliarla e diffamarla?
L’accostamento tra Israele e il Sudafrica dell’apartheid, che pretende di tracciare un’analogia tra il trattamento dei palestinesi e quello dei neri sudafricani, è al centro di una campagna di diffamazione che vede in prima fila il movimento antisemita di estrema sinistra BDS (“Boycott, Divestment, Sanctions”), che da anni si batte per condizionare imprese, governi, personaggi dello spettacolo e intellettuali (il movimento è molto presente in diverse università statunitensi) nel disinvestire o nel non partecipare a iniziative in Israele. “Kauft nicht bei Juden”: “Non comprare dagli ebrei”, fu l’ordine di Hitler che precedette la Notte dei Cristalli e la susseguente deportazione di milioni di innocenti verso le camere a gas. Oggi, grazie anche a Bds e a "Orizzonte Scuola", la Storia si ripete, in forme diverse ma perfettamente sovrapponibili. E queste sono le stesse persone che poi parlano e scrivono di “Giornata della memoria”…
Non c’è, naturalmente, alcun apartheid in Israele, ma semmai l’esatto contrario: il 20% di arabi che vi vive ha pieni diritti di cittadinanza attiva e passiva, ha un proprio partito al Knesset e ha accesso a ruoli istituzionali, come la Corte Suprema.
Il movimento BDS si batte anche nelle Università e nei teatri per impedire a scienziati, intellettuali o artisti israeliani di tenere conferenze, in piena analogia con i roghi nazisti degli autori ebraici.
Lo scopo di BDS è chiaro e dichiarato in sottotesto: indebolito economicamente e isolato internazionalmente come stato-paria, Israele sarebbe in balia della jihad palestinese, che mira alla sua distruzione, come i leader palestinesi non si stancano di ripetere, inascoltati e non riportati dai media mainstream. Ecco infatti quello che si può leggere non in un documento qualsiasi, ma nell’Atto fondativo ufficiale, consultabile online, dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas, che controlla Gaza e che va considerata il braccio armato del governo palestinese tout court:
“Le iniziative (di pace), e le cosiddette soluzioni pacifiche e le conferenze internazionali sono in contraddizione con il principio del Movimento di Resistenza Islamica […] Queste conferenze non hanno altro scopo che elevare gli infedeli ad arbitri nelle terre dell'Islam. […] Non c'è altra soluzione al problema palestinese che la Jihad. Iniziative, proposte e conferenze internazionali sono una perdita di tempo, un esercizio di futilità.”
Non ci può esser pace con chi non vuole la pace, ma il tuo genocidio; e i palestinesi non vogliono la pace ma, come si è appena letto, la jihad, la “guerra santa” contro gli ebrei, la stessa che l’Isis ha dichiarato all’Occidente intero. È per questo che ogni volta che un terrorista palestinese accoltella innocenti o si fa esplodere in mezzo a donne o bambini i leader palestinesi parlano di “martire”, prima di dedicargli una via o una piazza. Si tratta quindi di religione, non di politica, e la questione territoriale è solo un pretesto: Israele ha già donato Gaza ai palestinesi, e ne ha ricevuto in cambio guerre; ha anche conferito autogoverno alla Cisgiordania (Oslo 1993), ricevendone in cambio attacchi stragisti; infine, il territorio fu “occupato” a seguito della vittoria in una guerra di sterminio dichiarata a Israele da una coalizione di stati arabi nel 1967, e regolarmente vinta dallo stato ebraico, quindi a pieno titolo territorio israeliano. Tutto questo ci fa capire che la guerra è contro gli ebrei, non contro Israele: i palestinesi non odiano gli ebrei per via di Israele, ma odiano Israele per via degli ebrei. E li odiano e li uccidono perché i loro testi sacri gli dicono di farlo. Come in quel passo dell’Hadith - uno dei testi sacri dell’Islam - citato da Mudayris, Ministro degli affari religiosi della Palestine Authority, l’Autorità Palestinese che comanda in Cisgiordania, in cui si invoca il genocidio degli ebrei per ordine di Allah:
Il profeta disse: “La resurrezione non avrà luogo prima che i musulmani non abbiano combattuto gli Ebrei, e li abbiano uccisi. Rallegratevi della vittoria di Allah […]” Ogni cosa vuole vendicarsi degli Ebrei […] questi porci sulla faccia della terra. E il giorno della nostra vittoria, se Allah vuole, verrà. (Intervista trasmessa dalla“Official Palestinian Authority TV” il 10/10/2004)
Ecco altre dichiarazioni, sullo stesso tono, di Nasrallah, il leader supremo della milizia terroristica sciita libanese Hezbollah, che si batte da decenni per la “liberazione della Palestina” e che non fa misteri della volontà di continuare l’opera di Hitler:  
1. Se andassimo per il mondo alla ricerca di una persona più codarda, disprezzabile, debole e flebile nella psiche, nella mente, nell'ideologia e nella religione, non troveremmo nessuno come l'ebreo. Da notare che non dico l'”Israeliano” [virgolette nostre]. [dal “New Yorker”, 14/10/2002]
2. Se loro [gli Ebrei] si raccolgono tutti in Israele, ci risparmieranno la fatica di andarli a cercare per tutto il mondo. [dal “Daily Star”, 23/10/2002] 
Chi è dalla parte dei "palestinesi" sta dalla parte di questo nuovo nazismo.
Nella dispensa si legge “Mai più”. Ma il messaggio che se ne ricava è piuttosto: “Completiamo la Soluzione Finale”. Invierò copia di questa lettera, e della “dispensa” all’Ucei. Invierò copia anche a qualche quotidiano. Invito tutti coloro che provano un giusto disgusto per questo ignobile scempio a ribellarsi e ad agire.
A distanza di poco più di 70 anni dalla più grande tragedia dell'Umanità, e di poco meno dalla nascita dello Stato ebraico, che per molti sopravvissuti della Shoah costituì unico rifugio, l’ignoranza non può più essere una scusante. È un’infamia e una vergogna che si sporchi il Giorno della Memoria e il ricordo dello sterminio di milioni di innocenti a beneficio di un’agenda politica che fa leva su uno degli istinti più bassi e riprovevoli della storia dell’Umanità, e che è condivisa con i persecutori di ebrei di oggi, dentro e fuori di Israele. E, per giunta e soprattutto, di fronte a bambini e in spregio alla sacralità del proprio ruolo educativo. Un abuso della memoria e un abuso dell’infanzia. Di che far sprofondare nella vergogna l’intera categoria degli insegnanti. Non credo di aver mai provato tanto disprezzo in vita mia. 


Italia, 2018: indottrinamento antisemita a uso delle nuove generazioni 



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