martedì 24 gennaio 2017

"SE TRUMP E' NO-GLOBAL, ALLORA NOI SIAMO YES-GLOBAL": L'ULTIMA CALATA DI BRACHE DELLA SINISTRA

(Difficoltà 2,3)
 
Seattle 1999
Tutti ricorderanno le manifestazioni del movimento no-global di Seattle e i pestaggi di Genova 2001: la globalizzazione era il nuovo nemico, perché rappresentava il trionfo a livello mondiale del capitalismo, il potere annessionistico e conformistico dello scambio esteso all'intero orbe terracqueo. 
Ebbene, dopo aver svenduto per 80 euro i suoi cavalli di battaglia (l'art. 18 e i diritti dei lavoratori, ma anche i diritti dei pensionati e dei piccoli risparmiatori, sacrificati sull'altare di Elena “Etruria” Boschi&family); e dopo essersi tuffata a corpo morto sul filo-islamismo con annesso razzismo antisemita e anti-occidentale, la Sinistra ha rinunciato anche a una battaglia iniziata 18 anni fa: quella contro la globalizzazione. E l'ha fatto nel modo radicale che le si confa, cioè il voltagabbanismo: è passata a sostenere la globalizzazione stessa.