martedì 27 dicembre 2016

QUANDO I MITI DELLA MUSICA CI LASCIANO, SCOPRIAMO L'EPOCA DELLA GIOVENTU' TRADITA

Anni di spensieratezza: i gloriosi "Wham!"
David Bowie, Prince, George Michael. Immagini di freschezza creativa, di vitalità, di gioventù eterna da un'età dell'oro musicale che s'allarga fino ad abbracciare tre decadi.
Le loro morti premature ci dicono che tutto è un'illusione, che nulla è eterno, che anche i tronchi di querce secolari possono essere spezzati dal vento del destino. Ciò che non è un'illusione è sicuramente la loro eredità musicale. Ma si tratta di “eredità”, appunto: roba di un passato museale destinato a essere oggetto di rimpianti da qui all'eternità. Perché questa eredità musicale è – specialmente dopo la progressiva distruzione della scena musicale operata dalle varie boyband e shock-artists che sopperiscono alla mancanza di talento con l'effetto speciale di loro costumi e culi (Lady Gaga, Miley Cyrus) dagli anni '90 in poi - destinata a rimanere impareggiata.
Anche le sorti magnifiche e progressive della musica quindi si sono rivelate un'illusione, cosa che doveva comunque essere già chiara dal decadimento dell'offerta musicale nel passaggio dai '70 ai (pur sempre straordinari) '80.