domenica 3 maggio 2015

LA SMISURATA IDIOZIA DEI TEST D'INTELLIGENZA

(Difficoltà: 3.7/5)

H. Gardner
C'è un appunto logico invalicabile che fa stridere alle mie orecchie l'intera nozione di un “test d'intelligenza”: per misurare l'intelligenza occorre sapere cosa sia. Ma così come non si può capire il funzionamento del sistema circolatorio senza aver chiaro il funzionamento del cuore, per afferrare cosa sia l'intelligenza occorrerebbe capire come funziona il cervello. E se è vero – come è vero – che la scienza ancora non ha disvelato i misteri del funzionamento del cervello umano, allora ripercorrendo a ritroso il sillogismo si deve pervenire alla conclusione che i test di intelligenza - nella misura in cui intendano avocare a sé la definizione stessa di “intelligenza” - non hanno nessun valore.


Ad Ogni Epoca Storica la Sua Intelligenza

Ogni test d'intelligenza non può che operare una selezione in base allo Zeitgeist di una determinata epoca. La contestualizzazione storica è – qui forse più che altrove – necessaria. Anche (e soprattutto) un contesto storico di capitalismo avanzato non può che selezionare, fra le 9 tipologie di intelligenza identificate da Howard Gardner quelle più consone ai propri riferimenti culturali e ai propri obiettivi: l'intelligenza logico-matematica e - già più in subordine - quella linguistica. Un'epoca come il Medioevo, ad esempio, avrebbe con ogni probabilità canonizzato il modello di intelligenza “esistenziale-filosofica” (sempre Gardner): quello che si lega al senso di giustizia, a un approccio olistico (si pensi ai grandi sistemi universalistici di Tommaso d'Aquino e di Dante), alle domande sul senso della vita e della morte, al tema dei valori. 


Conclusione

A chiunque pretenda di stabilire se noi siamo intelligenti o stupidi è bene controbattere qualcosa del tipo: “Non hai il tipo di intelligenza necessario per capire che l'intelligenza sfugge a ogni definizione conclusiva e – a maggior ragione – a ogni pretesa di misurarla”.

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