lunedì 16 dicembre 2013

VIVERE INSEGUENDO LA RICCHEZZA E' VIVERE UN PARADOSSO

(Difficoltà: 3,6/5)

Il mitico Paperon de PaperoniAristotele diceva che chi si prefigge come scopo di vita l'accumulazione del denaro vive da folle. Per afferrare il significato di questa massima dietro la cortina ideologica di una società che impone l'ideale dell'arricchimento come misura della realizzazione personale, basta riflettere su un piccolo esempio. 

Supponiamo di avere uno di quei ricchi che, a loro o altrui dire, si sono “fatti da sé”. Giunto ormai alla fine dei suoi giorni, questi riceve sul letto di morte la proposta di uno scambio: tutta la sua ricchezza a fronte di un anno aggiuntivo di vita, da vivere però in povertà.
Come pensate che agirebbe questa persona? Se è credente e prospettasse una vita dopo la morte, sarebbe possibile immaginarlo così stupido da credere di meritarsi il paradiso dopo aver preferito alla prospettiva della povertà quella della morte? In realtà, proprio l'anno di povertà che gli si offre sarebbe un'occasione da non perdere per riqualificarsi agli occhi di Dio dopo una vita in ricchezza. Se invece il nostro ricco non è credente, allora quasi a maggior ragione accetterebbe lo scambio, perchè saprebbe che la morte coincide con la fine di tutto, e tra il poco e il nulla, il nostro pragmatico magnate sceglierebbe il poco.
Accetterebbe lui forse di morire subito per poter dare tutti i suoi averi a degli eredi e permettere così all'azienda di continuare a esistere? Con una simile nobiltà d'animo e abnegazione, raramente uno arriva dove è arrivato il nostro personaggio, anche se c'è da credere che la reificazione (che porta a pensare che tutto sia fatto di cose e che le cose siano tutto) che ha occupato la sua vita e ha contraddistinto le sue azioni lo solleciterebbe a pensare all'azienda come a una “creatura”, a un qualcosa di vivo, da preservare a ogni costo.
Si può concludere che la maggior parte dei ricchi accetterebbe questo scambio. Ma così facendo, il nostro riccone butterebbe dalla finestra decenni anni di lavoro spesi per arricchirsi, e baratterebbe qualcosa che gli è costato decenni ottenere per un misero anno di vita aggiuntivo. Sarebbe come ammettere che una vita è stata vissuta inutilmente, a inseguire follemente una prospettiva esistenziale talmente insignificante da impallidire anche di fronte a un misero anno di vita vissuto in povertà e penuria.

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